Organizzato con il supporto di MAART      Relatrice e guida: Arch. Monica Torri di MAART

Sintesi a cura di Tiziana Orsini

Questo testo, pur mancante delle immagini e dei filmati presentati durante la serata (non essendo consentita la registrazione) riporta i punti salienti della relazione.

 “Stile Liberty” è il nome che è stato dato in Italia all’Art Nouveau, poiché questa corrente, che copre molte e diverse espressioni dell'arte, anche applicata, ha origini in Francia. Anche se ci sono differenze nel suo sviluppo rispetto ai diversi Paesi, i due termini possono comunque essere considerati sinonimi.

La nostra guida, grazie alla sua grande competenza, ci ha immerso nell’atmosfera del periodo, tra signore eleganti con delicati ombrellini bianchi, uomini con cilindro e bastone, viaggi in mongolfiera, il tutto esaltato da una fiducia sconfinata nel progresso.

Premessa

Il movimento artistico-filosofico nasce in Francia tra la fine dell’Ottocento e la prima decade del Novecento e si diffonde in tutta Europa con nomi diversi: in Francia, come già detto,  «Art Nouveau», in Germania «Jugendstil», in Austria «Secessione», in Spagna «Modernismo». In Italia inizialmente è «Floreale», per assumere poi il più noto nome «Liberty», come in Inghilterra.“Liberty”, infatti, deriva dal nome dei grandi magazzini fondati a Londra nel 1875 da A. Lasenby Liberty, specializzati nella vendita di prodotti provenienti dall’Estremo Oriente. Una delle caratteristiche chiave dell’Art Nouveau, infatti, è il fascino per terre lontane e misteriose. Si parla ufficialmente di Liberty a partire dal 1902 quando viene realizzata a Torino la prima esposizione internazionale di arte decorativa moderna. Leonardo Bistolfi firma il manifesto dedicato all'apertura dell'esposizione, che rappresenta una sorta di dichiarazione programmatica, sottolineata anche dalla spensieratezza e leggiadria delle figure femminili.

 I

Da un punto di vista visivo, le opere Liberty (dipinti, statue, architetture) sono caratterizzate da un’accentuata eleganza decorativa e da linee dolci e sinuose che si incontrano e si intrecciano armoniosamente e si ispirano alla natura, stilizzandone gli elementi. Tra i precursori del Liberty in Europa c’è sicuramente l’architetto catalano Antoni Gaudì i cui fregi sugli edifici riprendono temi naturali quali rami, grotte, fiori. È uno stile che ha segnato pittura, disegno, architettura, ma anche design e artigianato. Nasce infatti anche come reazione alla produzione industriale di oggetti in serie resa possibile dai processi di automazione di fine Ottocento. Nonostante la critica alla produzione industriale di massa, gli artisti dell’Art Nouveau sono però stati i primi in assoluto a prestare la loro opera per la creazione di locandine e manifesti pubblicitari di quegli stessi prodotti industriali. Oggi i loro lavori sono considerati vere opere d’arte.

 

Gli studiosi fanno coincidere la fine del periodo Liberty con la fine della prima guerra mondiale.Nel primo decennio del nuovo secolo avviene in Italia il cosiddetto “decollo industriale”, ossia un processo di industrializzazione molto significativo: il reddito nazionale aumenta del 50% a beneficio però delle sole Regioni centro-settentrionali della penisola.Uno dei promotori di questa fase di industrializzazione fu Giovanni Giolitti, che governò ininterrottamente dal 1903 al 1914 attuando importanti riforme in termini di modernizzazione e innovazione che ebbero ricadute rilevanti anche  nel campo delle diverse forme di arte e di artigianato. La nuova borghesia emergente, che ha bisogno di una legittimazione nei confronti dell’aristocrazia fino ad allora dominante, vuole esprimere in particolare nelle residenze, e non soltanto in quelle costruite per lo svago, ma anche nei fabbricati industriali, il proprio successo e la propria ricchezza.

Il Tour

In Lombardia la diffusione del Liberty si trova in particolare nelle ville che sorgono nella zona dei laghi di Como, di Varese, di Iseo

Tra le nuove architetture di edifici destinati alla produzione si trovano splendidi esempi quali:

la Centrale Elettrica di Trezzo d'Adda

o il Birrificio Poretti

Non ci sono invece esempi di architetture Liberty in palazzi adibiti a sedi istituzionali, in quanto il Liberty era ritenuto, all'epoca, una manifestazione artistica minore.

L’estro e la creatività degli architetti e degli artisti-artigiani riuscirono a delineare una precisa evoluzione stilistica e architettonica di Milano traducendo in forme, volumi e decori i cambiamenti sociali ed economici della città dei primi del’900. Fra i tanti artefici di questo cambiamento spiccano i nomi di Giuseppe Sommaruga e Alessandro Mazzucotelli che, grazie all’utilizzo di materiali innovativi per l’epoca come il ferro, il cemento armato e il vetro, tratteggiarono una nuova immagine della città connotata da modernità e innovazione, tratti che da lì a poco sarebbero diventati peculiari di Milano. L’attenzione al progresso tecnologico si ritrova spesso nelle facciate degli edifici, ad esempio nel  Palazzo di Via Bertani 8, fatto costruire da un imprenditore che possedeva pompe di benzina e che  per questo motivo sul frontespizio fece raffigurare la ruota di un’automobile.

    

O anche nella sede della Società italiana Carminati Toselli, società produttrice dei tram, che utilizzò parti di mezzi meccanici per la decorazione della palazzina Uffici (l’edificio fa parte del più vasto complesso conosciuto oggi come Fabbrica del Vapore)

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Il Liberty si serve molto della natura come fonte di ispirazione

 

Grande è stata l’influenza della regina Margherita nello spingere ad utilizzare i fiori come elementi decorativi (cosiddetto periodo del “margheritismo”). In particolare a Monza, dove i reali risiedevano per gran parte del tempo, si trovano una serie di ville con decorazioni di margherite.                                                                                              Gli animali si ritrovano in diversi edifici milanesi. Ne sono esempi i tondi nell’Acquario Civico, le farfalle in via Spadari , proprio nello stabile dove ha sede Peck , i pavoni nel palazzo Castiglioni, nella sala per l'appunto denominata sala dei Pavoni.

    

Altro elemento caratteristico dell’architettura Liberty è l’assenza di simmetria,

ben evidenziata nel portalino di Via Mascheroni 10 o in palazzo Castiglioni

  

Tra i luoghi di svago della Milano Liberty troviamo l’Hotel Diana che nasce come Kursaal, ovvero Hotel, Teatro (poi cinema), Ristorante e più tardi inserisce anche il gioco della pelota, così come il Trianon, che ritroviamo sotto forma della sola facciata in piazzetta Liberty, miracolosamente rimasta quasi intatta a seguito dei bombardamenti.

       

Bar, come il Bar Magenta o il Camparino creato da Gaspare Campari nel 1910 il cui manifesto pubblicitario è oggi esposto nella fabbrica di Sesto San Giovanni.

     

La produzione e il commercio hanno, tra le altre, una testimonianza nell’edificio ex Gianfranco Ferrè, prima ancora Gondrand, in Via Pontaccio. Il palazzo, disposto su due piani, fu realizzato in cemento armato con finestroni curvilinei tipici dell'architettura Liberty dell'epoca: i finestroni, così come gli alti soffitti del palazzo, lasciano intuire l'uso di questo palazzo, che era adibito a magazzino per le merci.

Non si può non citare la Palazzina Liberty – ex caffè ristorante del Verziere, poi sede in cui per anni si sono rappresentati gli spettacoli di Dario Fo e Franca Rame. 

 

Un vero museo all’aria aperta è il Cimitero monumentale, rappresentazione, attraverso le sue edicole, dell'importanza di alcune famiglie dell’alta borghesia del tempo. Tra queste, la nostra guida ci presenta l’Edicola Toscanini, fatta costruire dal maestro per commemorare la morte del figlioletto Giorgio. E' opera di quello stesso Leonardo Bistolfi che inaugurò nel 1902, con l’esposizione di Torino, il periodo dell’arte Liberty in Italia.

 

Porta Venezia, la Zona Fiera, il Quartiere Magenta, il Quartiere Venezia, ma anche il Quartiere Isola e Porta Genova, costituiscono un ricchissimo e affascinante itinerario nelle residenze della Milano Liberty. Su tutte domina Palazzo Castiglioni conosciuto dai milanesi anche come “Ca’ di ciapp” per via delle sculture che un tempo ornavano la facciata, poi rimosse e sostituite da un fregio floreale e confinate oggi alla clinica Columbus.

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Quartiere Venezia casa Berri Meregalli e casa Campanini e l'originalissima scala

         

In via Pisacane Casa Cambiaghi

 

In Via Malpighi, casa Guazzoni e Galimberti veri e propri prototipi architettonici di inizio secolo.

       

Nel quartiere Magenta, tra le altre,  Casa Donzelli, Casa Dugnani e la Farmacia di Santa Teresa con gli arredi originari

      

Il nostro Tour virtuale si conclude, ma con un invito a proseguire la visita con un Tour reale.