Relatrice: Cristina Pozzi  

 Future maker. Co-fondatrice e amministratore delegato di Impactscool, un’organizzazione dedicata al pensiero sul futuro e alla ricerca degli impatti delle tecnologie sulla società. È anche investitrice, advisor e mentor di numerose startup a livello nazionale e internazionale.

 

L’argomento della serata non potrebbe inserirsi meglio nel tema di questo nostro anno rotariano dedicato al cambiamento e all’innovazione.

La relatrice è anche autrice del libro “Benvenuti nel 2050” dal quale trae spunto per il suo intervento. In apertura ci comunica una recente e importante iniziativa: Treccani Scuola, società del gruppo dell’Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani, ha acquisito Impactscool, prima impresa italiana di ricerca, consulenza e formazione dedicata al Futures Critical Thinking, fondata da Cristina Pozzi e da Andrea Dusi, dando vita a Treccani Futura, un nuovo polo di tecnologia educativa rivolto a studenti, insegnanti, aziende, professionisti, manager e a chiunque voglia reinventare le proprie competenze o cambiare lavoro. Perché è’ necessario introdurre sempre più innovazione nel metodo e negli strumenti, ma anche nei contenuti per preparaci al mondo che ci attende.
Secondo alcune statistiche “le visioni” di manager e politici non vanno oltre i tre anni, ma molto più spesso purtroppo decisioni che dovrebbero essere “strategiche” vengono prese con in riferimento ad un arco temporale non superiore ai 6 mesi!
Occorre dunque, fa notare la relatrice, utilizzare una serie di modelli e di ipotesi che ci aiutino ad ampliare gli orizzonti: parlare di futuro ha senso solo se possiamo anche agire e non limitarci ad una mera speculazione filosofica/esplorativa.
Il futuro che abbiamo di fronte è aperto e dunque tanti sono i possibili scenari che possiamo provare ad immaginare osservando i segnali del presente.
 
 
Venendo al libro che ha scritto, la prof.ssa Pozzi, fa notare che è organizzato come se fosse una vera e propria guida turistica verso una destinazione geografica; tutti i viaggi hanno una guida che permette di affrontarli al meglio: anche quelli nel futuro. La ragione della sua scelta è duplice: da un lato l’esigenza di dare concretezza ad un pensiero di futuro che immaginiamo lontano e quindi astratto e dall’altro la necessità di essere preparati all’incontro con possibili scenari di una società completamente trasformata, proprio come quando ci si prepara ad un viaggio in paesi esotici con scenari, usi e costumi completamente differenti.
 
Concretezza e preparazione dunque.
 
Non solo stiamo andando verso un mondo completamente trasformato; in realtà lo stiamo già vivendo, ma tendiamo a non accorgercene: chi poteva immaginare che avremmo reagito a questa pandemia, completamente inaspettata, producendo i vaccini in un tempo che fino ad un anno fa sarebbe stato impensabile? Ciò è stato reso possibile dalla collaborazione a livello globale della comunità scientifica e potrebbe essere la premessa perché la scienza, attraverso una condivisione globale, possa davvero trasformare il nostro modo di vivere accelerando anche ulteriori innovazioni della scienza stessa e della tecnologia.
Siamo in una fase di passaggio verso una nuova epoca: stiamo compiendo un “viaggio trans epocale”.
Il futuro, afferma la relatrice prendendo in prestito una riflessione di Virginia Woolf, è oscuro ma tutto sommato è la cosa migliore, perché può essere costruito ex novo e dare spazio alla speranza concreta di un cambiamento positivo del mondo e degli uomini.
Le scelte che facciamo oggi possono modificare fortemente quello che vivremo in futuro: è importante allora comprendere che quando parliamo di cambiamento dobbiamo saper distinguere tra diverse tipologie di cambiamento.
 
 
La matrice distingue fra i cambiamenti che dipendono da noi e quelli che arrivano dall’esterno, e anche fra cambiamenti con un andamento continuo e cambiamenti con un andamento discontinuo.
Abbiamo quindi i macro trend, sia in ambito spazio-temporale che geografico, molto importanti perché delineano una serie di confini e ci restituiscono dati utili ad una pianificazione quali ad es. l’invecchiamento della popolazione, il cambiamento climatico, osservabili nel tempo con una certa continuità.
I cambiamenti discontinui sono invece eventi imprevedibili che modificano improvvisamente lo status quo quali ad esempio l’abbattimento del muro di Berlino o la comparsa del Covid 19.
La distinzione tra eventi continui e discontinui vale anche per gli eventi che dipendono dalle nostre scelte: quelli continui potremmo definirli miglioramenti, ad esempio l’incentivazione delle giovani donne ai percorsi Stem, o quelli volti al perseguimento dello sviluppo sostenibile.
A questi cambiamenti tutti noi possiamo contribuire in modo collaborativo, ma occorre un coordinamento globale: un esempio positivo in questo senso è stato il raggiungimento della riduzione del buco dell’ozono nell’ atmosfera.
Di contro, le trasformazioni rappresentano un cambiamento discontinuo.
La relatrice propone poi alcuni scenari nei quali non mancano le provocazioni proprio al fine di sollecitare la nostra immaginazione.
A condizionare profondamente il 2050- dice- saranno gli aspetti climatici e ambientali e l’evoluzione tecnologica. Questo influenzerà profondamente anche aspetti della vita personale e sociale degli individui: il più grande rischio che si dovrà affrontare è quello delle diseguaglianze già in aumento prima della pandemia e che andranno a colpire ancora di più i paesi poveri.
Oltre agli aspetti tecnologici ci sono altri fattori che ci porteranno verso un mondo diverso da quello attuale: i già citati cambiamenti climatici e le questioni ambientali, ma anche il prolungamento della vita media e il sovrappopolamento, solo per citarne alcuni.
Il clima del 2050 sarà sicuramente più estremo di quello attuale. Ciò avrà gravi conseguenze anche sulla produzione di risorse alimentari e porterà una diffusa scarsità di acqua. Le temperature medie aumenteranno e lo scioglimento dei ghiacci provocherà un innalzamento del livello del mare, con conseguenti rischi per le città costiere e i loro abitanti. I segnali del presente sono già chiari in tal  senso ed è estremamente urgente affrontare questa emergenza.
 
Ci si aspetta inoltre che la maggior parte della popolazione vivrà nei grandi centri urbani, con una concentrazione particolare nelle megacity, ma le città saranno anche molto più smart, sfrutteranno cioè l’evoluzione tecnologica che le renderà più efficienti.
 
Poi c’è un tema generazionale: nel 2050 quante generazioni diverse vivranno all’interno dello stesso periodo temporale? Si sta già parlando di generazione V (virus) o generazione Q (quarantena) e dei possibili effetti psicologici degli adolescenti di oggi.
 
Altri spunti di riflessione riguardano un 2050 in cui gli strumenti di partecipazione politica potrebbero cambiare completamente: la raccolta di consensi fino all’esercizio del voto, saranno fortemente influenzati dalle innovazioni tecnologiche.
 
Un altro tema sollevato dalla relatrice riguarda la longevità: qualcuno sta già investendo molto sul fatto che si possa diventare “amortali”: quanto potrebbero cambiare le nostre società a fronte di una lunghissima aspettativa di vita che ignora la vecchiaia ??
Ultimo tema, ma certamente non ultimo per importanza, è il tema relativo ai dati biometrici.
Da qui al 2050 ci dovremo preoccupare sempre di più di tutti i dati presenti in rete che riguardano le nostre abitudini, la nostra salute, il nostro DNA; su questi dati c’è un grande dibattito in corso su quali debbano essere protetti da privacy e quali invece potrebbero essere condivisi.
E’ purtroppo accertato che già oggi si riesce a risalire all’identità della persona anche se il dato dovrebbe avere forma anonima.
Ci dovremmo anche preoccupare di macchine/robot che arriveranno dal futuro e che potrebbero essere in grado di accedere all’enorme massa di dati attualmente condivisa da miliardi di utenti con modalità molto più potenti rispetto a quelle che conosciamo oggi.
 
La sua conclusione:
“Quello che faremo insieme nelle prossime ore, nei prossimi giorni, mesi e anni è cruciale per definire in quale futuro avrà luogo il nostro prossimo incontro.”